Art. 2.

      1. Il medico che pratica l'eutanasia, di seguito denominato «medico curante», non è punibile se presta la propria opera alle condizioni e con le procedure stabilite dalla presente legge e se ha accertato, con i mezzi medico-scientifici esistenti, che:

          a) il paziente è maggiorenne, capace di intendere e di volere al momento della richiesta;

          b) la richiesta è stata formulata in maniera volontaria, è stata ben ponderata e ripetuta, e non è il risultato di una pressione esterna;

          c) il paziente è affetto da una patologia con prognosi infausta e in fase terminale, senza alcuna prospettiva di sopravvivenza e le sue sofferenze fisiche o psichiche sono costanti e insopportabili, e tali da non poter essere eliminate con trattamenti farmacologici.

 

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      2. Senza pregiudizio per le terapie che comunque vorrà mettere a disposizione del paziente, il medico curante è tenuto, in ogni caso e prima di procedere all'eutanasia, a:

          a) informare il paziente sulla sua situazione clinica e sulle prospettive di vita; chiedere conferma al paziente della sua richiesta di eutanasia e documentarlo sulle possibilità terapeutiche ancora attuabili e sui trattamenti palliativi, nonché sulle loro conseguenze;

          b) dialogare con il paziente al fine di condividere con lui la convinzione che non vi sia altra soluzione ragionevole per la sua patologia, nonché accertare che la richiesta dello stesso paziente sia volontaria e oggetto di una decisione esclusivamente personale;

          c) accertare che perduri lo stato di sofferenza fisica o psichica del paziente, e che lo stesso sia ancora intenzionato a chiedere l'eutanasia. A tale fine, il medico curante avvia una serie di colloqui periodici in modo da poter osservare e valutare l'evoluzione delle condizioni psico-fisiche del paziente;

          d) consultare un altro medico ai fini della conferma del carattere grave e incurabile della malattia, informandolo del motivo della consulenza. Il medico consultato prende visione della cartella clinica, visita il paziente e valuta se le sue sofferenze fisiche o psichiche abbiano carattere costante, insopportabile e non siano suscettibili di alcun miglioramento a fronte di ulteriori trattamenti terapeutici. Al termine dell'esame redige un rapporto nel quale espone le sue considerazioni sul caso. Il medico consultato non deve avere avviato alcun contatto precedente con il paziente, neanche di tipo personale, deve assicurare la propria indipendenza di giudizio nei confronti del medico curante e deve essere competente rispetto alla patologia esaminata. Il medico curante informa il paziente sull'esito della consulenza;

          e) consultare e tenere conto delle considerazioni dell'équipe sanitaria, ove

 

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presente, in merito alla richiesta di eutanasia avanzata dal paziente;

          f) informare della richiesta di eutanasia, su espressa volontà del paziente, i familiari e le persone di fiducia indicate dallo stesso paziente;

          g) garantire al paziente la possibilità di consultarsi con le persone da lui indicate in merito alla richiesta di eutanasia.

      3. Se il medico curante ritiene che il decesso non avverrà a breve scadenza è tenuto a:

          a) consultare un altro medico, psichiatra o specialista nella specifica patologia, informandolo del motivo della consulenza. Il medico consultato prende visione della cartella clinica, visita il paziente, valuta se le sue sofferenze fisiche e psichiche abbiano carattere costante, insopportabile e non siano suscettibili di miglioramenti a fronte di specifici trattamenti terapeutici. Si assicura, altresì, del carattere volontario, ponderato e ripetuto della richiesta. Lo stesso medico redige un rapporto nel quale espone le sue considerazioni sul caso. Il medico consultato deve avere le medesime caratteristiche di indipendenza stabilite al comma 2, lettera d), nei confronti del paziente, del medico curante e del medico consultato ai sensi della citata lettera d). Il medico curante informa il paziente sull'esito della consulenza;

          b) lasciare trascorrere almeno un mese tra la data della dichiarazione scritta del paziente di cui al comma 4 e l'attuazione dell'intervento di eutanasia.

      4. La richiesta del paziente deve risultare da una dichiarazione scritta, redatta, datata e firmata personalmente. Se il paziente non è in grado di compilare tale dichiarazione, può affidare l'incarico a persona di sua fiducia, purché maggiorenne. Il soggetto incaricato è tenuto a riportare, nella dichiarazione, che il paziente non è in grado di scrivere personalmente la sua richiesta di eutanasia, indicandone le ragioni. In tale caso, la

 

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richiesta è redatta per iscritto in presenza del medico curante, le cui generalità sono riportate dall'incaricato nella dichiarazione. Tale dichiarazione è allegata alla cartella clinica del paziente.
      5. Il paziente può revocare la sua richiesta in ogni momento. In tale caso, la dichiarazione di cui al comma 4 è ritirata dalla cartella clinica e riconsegnata al paziente.
      6. La dichiarazione scritta del paziente, la documentazione relativa alla procedura seguita dal medico curante con i relativi risultati, nonché il rapporto redatto dal medico o dai medici consultati, sono inseriti nella cartella clinica del paziente.